lunedì 24 dicembre 2007

Questioni di opportunità

Bene, vista l'attualità di questi giorni soprattutto per chi segue le vicende architettoniche padovane, crediamo sia d'uopo introdurre un argomento assai interessante e non privo di spunti di un certo spessore, e per far questo ricorreremo nuovamente alla raccolta di materiale già da noi pubblicato su altri forum in maniera più o meno estemporanea. Stiamo parlando del progetto del nuovo auditorium di Padova progettato da quella star dell’italian architecture che risponde al nome di Alberto Cecchetto, professore IUAV et cetera et cetera. Senza scendere in particolari, giusto per inquadrare la questione, parliamo di una struttura innovativa e totalmente rivoluzionaria perché quasi completamente interrata.







INTERRATA???? INTERRATA????

Giaggià. E non vi sto qui a discettare sulla monumentalità, la questione del fatto urbano, del genius loci e compagnia cantante, delle polemiche sul risultato del concorso (immancabili), et cetera et cetera.
E’ da sottolineare come però le associazioni ambientaliste, attentissime a Padova alle questioni architettoniche (le stesse che a momenti linciano Libeskind per il memorial alle porte Contarine) si siano lanciate positivamente a favore dell’impresa, lodando il basso impatto ambientale, la possibilità di recuperare area verde e preconizzando addirittura un futuro da "precedente storico" importante per lanciare un modello innovativo di auditorium per le prossime città...
Vabbé, può anche essere. Solo che leggendo qua e là noi, che non siamo geologi (ma non siamo i soli addetti ai lavori a non esserlo a quanto pare...), scopriamo che l’area vicino al Piovego, ha una falda acquifera ad appena tre metri di profondità.



Cosa significa questo? Significa che muovere un metro cubo di terra lì sotto vuol dire rischiare di mettere in moto un movimento di terra, fluidi e altro di proporzioni potenzialmente devastanti, con rischi seri anche per l’equilibrio idrogeologico di aree adiacenti sensibili, come la Cappella Degli Scrovegni, ad esempio.

... E COME CASPITA HA FATTO A VINCERE QUESTO?

Pur continuando rigorosamente ad evitare di dare giudizi di valore, ce lo siamo chiesto anche noi. Quello che però è sconcertante da chiedersi è:

cosa diranno le associazioni ambientaliste? verranno a promuovere e ad appoggiare la possibile devastazione di un complesso monumentale senza eguali al mondo in cambio di qualche metro quadro in più di verde e alberelli? Nella speranza ossessiva e ossessionante di eliminare dalle città la responsabile dei mali del mondo, cioè l’automobile? Maddai...

Vi lasciamo con questo momentaneo spunto di riflessione:
Lo sviluppo sostenibile è quello che cerca di dare risposte pratiche e convincenti ai problemi affrontandoli direttamente, e non saltandoli a piè pari o aggirandoli. Il resto sono solo favolette.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Vi lasciamo con questo momentaneo spunto di riflessione:
Lo sviluppo sostenibile è quello che cerca di dare risposte pratiche e convincenti ai problemi affrontandoli direttamente, e non saltandoli a piè pari o aggirandoli"

... e neanche rimettendo il problema in toto agli ingegneri idraulici però!... scusa se sono tornato sull'argomento...

Davide Cavinato ha detto...

No, chiaro. Però il livello dell'ambientalismo militante in Italia, bastian contrario su tutto perché QUASI del tutto politicizzato, mi spinge a dar credito più a un qualsiasi tecnico comunale. Il fatto è che poi mi ricordo che è politicizzato anche questo...CHE BEL PAESE...

Anonimo ha detto...

L'ambientalismo militante... salottiero e manicheo... non me ne parlare...