lunedì 24 dicembre 2007

Quer pasticciaccio 'bbrutto...in salsa padovana

Si parla sempre di auditorium, questione che tiene banco su tutti i giornali locali, e che merita attenzione se non altro per l'altisonanza dei nomi coinvolti. In questo post ricostruiamo a grandi passi le vicende dell'iter che, tra giuria, ricorsi e controricorsi, ha portato al risultato attuale. Eh sì, perché il vincitore non è più Cecchetto, ma, a partire dall'ultima sentenza dei primi di dicembre, l'austriaco Klaus Kada, esponente della cosiddetta scuola di Graz, classificatosi secondo nella graduatoria finale.











Ma andiamo con ordine. Ci eravamo lasciati con il buon Cecchetto, elogiato da Verdi, Legambiente, Amissi del Piovego e Giunta Comunale come il salvatore del Piovego, il portatore del Verbo Vitruviano, propositore di un nuovo paradigma di emergenza architettonica non invasiva, vincitore del concorso.



Cos'è successo quindi? Per un vizio di forma, Cecchetto è stato estromesso dal concorso. Pare che abbia fatto ricorso a un brevetto specifico in termini di acustica proprio esclusivamente a Arup, consulente designato, rendendo così il progetto riconoscibile all’atto della valutazione da parte della giuria, annullando così di fatto il risultato del concorso. Fatto assai strano, che comunque può succedere: ciò che non si spiega però, è che in sede di giudizio il fatto era ben noto ai giurati, i quali però, con votazione apposita, hanno giudicato di poco conto, e quindi superabile, il vizio di forma.



Cos’è successo quindi, al momento della presentazione del ricorso da parte dello studio Kada (secondo classificato) proprio in merito al citato vizio di forma, che ha cambiato così radicalmente le carte in tavola? Questo non è dato saperlo. Quello che è successo invece è che Cecchetto ha fatto ricorso al Tar e ha perso (notizia della settimana scorsa), sancendo di fatto la vittoria di Kada e passando così da novello Michelangelo a non avere neanche il rimborso spese di 30.000 euro previsto dal regolamento. Ma la cosa veramente interessante è che nella motivazione del controricorso di Cecchetto c’è un’accusa precisa e provata secondo cui anche il progetto di Kada ha lo stesso identico vizio di forma!!! E la giuria ne era consapevole!!!
Evviva. Il bello però deve ancora venire. Ci si chiederà infatti: "E il Comune? Non dice niente?" Nonnò, il Comune parla eccome, e purtroppo perde l’occasione di starsene un po’ zitto. Dai toni trionfalistici testé citati a proposito di Cecchetto, si è passati a un pilatesco "Qualsiasi progetto va bene, purché si faccia", troppo preoccupati di perdere la faccia per non riuscire a realizzarlo entro il 2009, termine del mandato dell’attuale Giunta. Al punto, pensate, di voler impedire a Cecchetto di ricorrere al Consiglio di Stato per non impugnare la sentenza del Tar (suo sacrosanto diritto); non solo, arrivando addirittura a violare il regolamento del concorso decidendo di attribuire ugualmente il rimborso spese a Cecchetto nonostante fosse stato escluso dalla competizione, per convincerlo a non ricorrere! In pratica comprando il suo silenzio!



E tutto questo dopo polemiche comparse sui giornali in merito a pressioni politiche e fuga di notizie riguardo i lavori della giuria, di cui abbiamo un’altra diapositiva



e dopo, soprattutto, un'infelicissima quanto sconcertante dichiarazione del presidente di Giuria, Gonçalo Byrne, contenuta in un articolo che riportiamo testualmente:

Le polemiche prima del verdetto e l'amarezza del presidente Byrne

Il progetto dell'architetto veneziano Alberto Cecchetto (Arup Italia è il mandante, a cui vanno aggiunti una marea di consulenti per acustica, impiantistica e gestione) si era piazzato al primo posto con cinque punti di vantaggio sul secondo, aggiudicandosi i 100 mila euro previsti come premio. Il verbale firmato dal presidente, il portoghese Gonçalo Byrne, e da tutti gli altri membri della giuria, subito dopo era stato consegnato al responsabile del procedimento Umberto Rovini, mettendo così fine a un iter durante il quale non erano mancate le polemiche, culminate con le indiscrezioni sull'elaborato vincente uscite una decina di giorni prima del verdetto, secondo le quali il progetto classificatosi al primo posto non sarebbe stato gradito all'amministrazione. Inoltre, all'interno della giuria, era stata necessaria una votazione per superare un "vizio di forma": 9 i componenti favorevoli, uno astenuto. Luisa Boldrin, assessore all'Edilizia Monumentale, e lo stesso Byrne subito dopo il responso, con un velo di amarezza avevano spiegato come si erano realmente avvicendati i fatti. «Sabato 23 giugno - aveva ricostruito Byrne - i lavori si erano conclusi alle 20, ma non potevamo rendere pubblico il verdetto, perché il verbale doveva essere trascritto in bella copia e sistemato, come abbiamo fatto successivamente. Ho pregato i giurati di non raccontare nulle e invece non è andata così, perché le informazioni sono invece trapelate. Ho una lunghissima esperienza in fatto di giurie, in tutti i Paesi del mondo, ma è la prima volta che accade qualcosa del genere. Tutto questo è ingiusto per almeno tre motivi: la giuria ha lavorato con impegno; ci voleva maggior rispetto per i concorrenti; è ingiusto per una città che, grazie all'assessore Boldrin, ha indetto questo concorso per trovare un progetto di grandissima qualità. Noi ci siamo sempre riuniti con serenità e l'amministrazione ha avuto un atteggiamento dignitoso». «È stata una decisione della maggioranza - aveva detto ancora Byrne - che io ho rispettato, anche se per me c'erano dei progetti più adatti a una realtà come quella di Padova». «Da anni - aveva precisato Luisa Boldrin - si fanno tantissimi concorsi, ma poi sono poche le opere che si concretizzano. Tanto per fare un esempio, David Chipperfield ne ha vinti 8, mai realizzati. Non invece non abbiamo bandito questa gara per un mero esercizio accademico, ma partiamo subito con la realizzazione».

E la telenovela, c'è da giurarci, è appena all’inizio.
In ogni caso, quello che è da sottolineare è che i cuori pavidi del Comune non ci fanno una gran bella figura. Chiaro che tutti si auspicano che l'auditorium si faccia in tempi brevi, ma non si può negare il controricorso a Cecchetto quando il gruppo Kada ha vizi di forma almento pari a quello del veneziano...E questo pilatesco "uno vale l'altro, non vorremmo ritrovarci a dover rivedere tutto alla posa della prima pietra tra due anni", ditelo che è perché nel 2009 ci sono le elezioni!!! Ma non era meglio pensarci prima e vigilare un po' di più sulla giuria, che ne ha combinate di tutti i colori (a partire dai voti dei singoli giurati sulle singole voci di giudizio) e non oso pensare con che criteri alla base, invece di prendere trionfalmente il progetto Cecchetto e sventolarlo come il gonfalone della nuova architettura ambientalista del XXI secolo? Giusto per baloccarsi un po' con la sequela di luoghi comuni con cui a Padova si sciacquano la bocca miriadi di associazioni ambientaliste e comitatini pseudolocalistici che altro non fanno se non offuscare le menti e seminare demagogia?
Ci si lasci poi dire due cose in merito ai progetti, chiaramente personalissime e in quanto tali del tutto opinabili...L'ingegnoso e ardito progetto di Cecchetto ci sembra palesemente inidoneo alla destinazione d'uso e soprattutto al ruolo che dovrà avere il nuovo manu-FATTO urbano, per quanto, ribadiamo, progetto e soluzione interessante che servirà assolutamente come know-how in futuro e farà scuola in materia, in presenza magari di situazioni meno gravose dal punto di vista idrogeologico e magari più allettanti dal punto di vista orografico. Va dato atto però al buon Cecchetto di aver dato una risposta, condivisibile o meno (e noi non la condividiamo), ma comunque coerente e anche ben articolata, sul luogo e sulla sua struttura urbana, ponendo in maniera chiara la questione dell'opportunità di semantizzare un vuoto in un'area verde (e non un'area qualunque, ma un'ansa del Piovego) a ridosso de centro storico. Credinmo che il luogo, questo luogo, meriti SEMPRE la riflessione più importante nella progettazione: da esso il progetto deve trarre le proprie invarianti, in esso il progetto deve vivere, e di questo nel progetto si dovrebbe respirare "l'atmosfera ineffabile, eppure percepibile". Alcuni altri progetti contengono simili elementi di riflessione sul contesto, con risposte differenti: Odile Decq, Archea, Navarro Baldeweg...Noi onestamente in Kada non riusciamo a vedere nulla di tutto ciò. E per quanto possa piacere la copertura traforata, molto PoMo, sinceramente ci piacerebbe che qualcuno ci spiegasse dov'è il riferimento ai portici di Padova citato nella relazione di progetto e dove si vede il legame con il verde degli alberi in una mega copertura di cemento che non ci convince neanche nei rendering.



Per non parlare del corpo centrale modello torre di controllo...Va ben che piuttosto dell'Auditorium di Vicenza (Gino Valle r.i.p.)...Però pensiamo che Padova meriti di più, soprattutto in luogo che diventerà molto significativo per la città, soprattutto dopo che sarà completato il piano di Podrecca. E soprattutto pensiamo che non sarebbe necessario andare lontano, buoni progetti ci sono già nel novero dei finalisti...

In fin dei conti...Bravi, complimenti. Complimenti a tutti. Una straordinaria occasione per dotare Padova di una delle tante (troppe) cose che mancano alla città cardine del Nordest, un’occasione per fare grande architettura dopo quelle perse (stadio Euganeo, metrotram) e quelle che abbiamo rischiato di perdere (memorial di Libeskind), e noi qui a fare cosa? A fare il solito teatrino all’italiana, a mostrare al mondo il nostro lato peggiore, quello di impastare inciuci allegramente e senza nessun ritegno. Applausi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Alla fine ognuno fa quel che gli pare"...
Attenzione però con la tendenza ad accettare di tutto, purchè si costruisca. A Vicenza ci si mangia le unghie a vedere che razza di progetti per il teatro cittadino erano stati elaborati da Scarpa, Gardella e Niemeier, e invece adesso ci tocca tenerci Valle (che è pure bellino, ma non abbastanza per Vicenza!)

Davide Cavinato ha detto...

Sono perfettamente d'accordo, però mi sento anche di concordare con il pragmatico sentimento comune di molti che non badano tanto ai massimi sistemi di fronte ad anni di ignavia e di sperperi. Salvo poi rimpiangere per anni le occasioni perdute...